Digitalizzazione: disillusione tra i gestori immobiliari

Secondo un sondaggio condotto da Drees & Sommer tra i gestori di immobili della regione DACH, la fiducia nella digitalizzazione è in calo, mentre il tema della formazione dei dipendenti acquista sempre più importanza.

Digitalizzazione: l'euforia sta scemando (Grafico: Pixabay)

Il fornitore tedesco di servizi immobiliari Drees & Sommer ha intervistato 300 gestori di immobili nei dipartimenti di gestione immobiliare aziendale (CREM) nella regione DACH per uno "Studio sulle tendenze della gestione immobiliare" e ha scoperto che il tema della digitalizzazione sta perdendo appeal. "La digitalizzazione, a lungo celebrata come la chiave dell'efficienza, è ora più che altro una fonte di disillusione", scrive Drees & Sommer. È vero che l'82 % degli intervistati vede ancora un potenziale nelle soluzioni digitali, in particolare in flussi di lavoro più efficienti (82 %) e processi ottimizzati (71 %). Tuttavia, la fiducia è in calo rispetto all'anno precedente. Solo 14 % credono ancora che la digitalizzazione possa aprire nuovi modelli di business (anno precedente: 23 %).

"Molti concetti digitali attualmente falliscono nella fase di proof of concept", afferma Bernd Fisel, uno degli autori dello studio. Spesso mancano un'attuazione concreta e una pianificazione rigorosa del progetto. Il risultato è una minore fiducia nei successi a breve termine della digitalizzazione e una maggiore attenzione alla qualità. Questo sviluppo si riflette anche nella valutazione della qualità del servizio: circa due terzi degli intervistati vedono attualmente un grande potenziale di miglioramento, con un aumento di 15 punti percentuali rispetto all'anno precedente.

Concentrarsi sulla qualificazione invece che sulla digitalizzazione

Se l'anno scorso la digitalizzazione era la strategia più citata contro la carenza di competenze, nel 2025 l'attenzione si concentrerà su una leva diversa: il 75% delle aziende si sta concentrando sulla formazione e l'aggiornamento mirati per alleviare la carenza di personale a lungo termine. "È un segnale chiaro", afferma Fisel. "Il settore ha riconosciuto che le soluzioni sostenibili funzionano solo attraverso la qualificazione e lo sviluppo delle conoscenze". Sempre più aziende stanno quindi investendo in programmi di formazione individuale, in corsi di formazione in servizio e nella promozione di talenti all'interno dei propri ranghi. "In questo modo, non solo vogliono alleviare le attuali strozzature, ma anche rendere la loro forza lavoro adatta al futuro, soprattutto in tempi in cui la digitalizzazione da sola non può risolvere tutte le sfide".

Per quanto riguarda la gestione degli immobili aziendali, la maggior parte delle aziende continua a preferire strutture centralizzate. Due terzi (66 %) organizzano i propri compiti immobiliari a livello centrale, come l'anno precedente (65 %). Con 51 %, l'assegnazione regionale dei servizi rimane il modello dominante per la gestione delle strutture. I contratti basati sugli oggetti stanno diventando meno importanti (41 %; anno precedente: 58 %), così come i contratti globali (attualmente 12 %).

Lo studio è stato condotto nel mese di maggio in settori quali l'industria, l'immobiliare, la finanza e le assicurazioni, il commercio, la chimica e le materie prime. Le dimensioni delle aziende vanno dalle PMI alle grandi società.

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